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Brescia è con te: Leonessa ruggisci anche a Catanzaro

Il Brescia ha ottenuto in modo sorprendente i playoff, ma ora non ha di certo intenzione di mollare sul più bello.

Ce l'abbiamo fatta, e già basterebbe alla maggior parte dei tifosi del Brescia avere garantita la Serie B anche per il 2024-25, con la società che ha già ampiamente fatto capire che il mantenimento della categoria è più che sufficiente. Una campagna abbonamenti che parte prima ancora del termine della stagione, con un chiaro riferimento all'obiettivo promozione per l'anno prossimo, non solo nello slogan, ma anche nel costo per i vari settori.

Sarebbe bello vedere cosa farà la società in caso di promozione, con il motto " CrediAmoci insieme" che potrebbe diventare da un'ambizione promozione a un sogno salvezza, traguardo che nella storia del Brescia manca dai tempi di un certo Roberto Baggio da Caldogno, artista baciato dalla dea Eupalla, tanto cara a Gianni Brera. Non è però il tempo di pensare a eventuali polemiche, anche perché se dovesse giungere la promozione, allora con questi prezzi non ci sono scuse per il popolo bresciano, spesso criticone e spesso freddo nei confronti della propria Leonessa, che ruggisce sempre orgogliosa e che non dimentica mai la sua gente, anche quando questa non l'abbraccia con il calore delle giornate migliori.

La salvezza era il traguardo da raggiungere a inizio anno, l'obiettivo non è mai stato messo in discussione e dopo i 45 punti conquistati contro il Pisa c'è stato un po' di braccino corto, soprattutto nel derby contro la Feralpi e in casa contro lo Spezia, ma alla fine è bastato il successo interno contro il disastrato Lecco di un Di Nunno per ottenere i playoff. A proposito del Presidente lecchese, chissà se darà ancora le colpe al Brescia per la retrocessione dei blucelesti e agli "amici potenti" di Cellino. 

Menzione d'onore anche al Presidente che dopo i frenetici e illogici cambi di allenatore della passata stagione ha saputo valutare con attenzione le strategie, magari non piazzando il colpo tanto atteso nel mercato di gennaio, ma prendendo giocatori utili e di categoria nei pochi giorni di mercato tra la sentenza e l'inizio della stagione. Non si preoccupi Presidente, la critica a Brescia è sport che piace e diverte, non saremo sempre così buoni, ma tanto ormai ha imparato a conoscerci. La critica però, quando è eccessiva e immotivata, non porta ai miglioramenti sperati ed è giusto riconoscere come sia stata data la possibilità di lavorare serenamente prima a Gastaldello, con l'esonero avvenuto nelle giuste tempistiche, e poi all'uomo che più di tutti meritava una seconda occasione a Brescia: Rolando Maran.

Il tecnico veneto ha dimostrato che a Brescia i playoff si potevano prendere, anche se non era la squadra del 2005-06, ma Maran ha completato un'opera che gli era stata sottratta dal compianto Gino Corioni, purtroppo anch'egli accecato dal fumo negli occhi gettato da uno Zeman che all'ombra del Cidneo ha regalato sconfitte, gioco sconclusionato e un decimo posto finale, con tanto di contestazione finale nella sua ultima partita al Rigamonti contro il Torino. Maran fu esonerato dopo un successo 3-0 contro il Pescara e una striscia di nove punti in quattro partite, comprese le vittorie nel derby con il Verona e nel "derbino" con l'Albinoleffe. 

Rolando meritava il suo Brescia bis, lo ha avuto senza i Di Biagio e i Milanetto, gli Hamsik e i Viviano, i Possanzini e i Bruno, ma si è preso ciò che avrebbe meritato anche 18 anni prima: i playoff. Allora le Rondinelle sognavano di spiccare il volo verso la Serie A, da neoretrocessa dopo lo psicodramma di Firenze dell'anno precedente, dopo aver stabilito il record di cinque anni consecutivi nel massimo campionato. Dalla Calabria alla Calabria passando per la Calabria, perché i playoff non passano solo dalla retrocessione ai playout con il Cosenza e giungono al playoff promozione con il Catanzaro, ma vedono nel mezzo anche il fallimento di una Reggina che di certo non aveva solo un parametro a norma per poter partecipare al campionato cadetto.

Ancora ripescaggio, prima nel 2015 grazie al fallimento del Parma, con l'anno seguente coronato da un anno fatto di bel calcio con Boscaglia in panchina. Un Rigamonti che si era divertito con le frecce Kupisz ed Embalo, con l'eterno Airone Caracciolo, con un Minelli in porta nella propria migliore versione e la visione di gioco di Mazzitelli in mezzo al campo, peccato solo per i tracolli in trasferta che non permisero di sognare i playoff.

Quel Brescia è però rimasto nel cuore per la voglia di non arrendersi e la grinta in campo, questo non è stato così spettacolare, ma ha dimostrato di essere concreto e capace di saper soffrire in ogni momento della partita. La difesa non è stato più il punto debole come lo scorso anno, ma bensì quello di forza. I vari Lezzerini, Andrenacci e Avella hanno guidato la difesa composta da quei Cistana, Mangraviti, Adorni e Papetti tanto criticati l'anno scorso e alla fine perni dei playoff. 

Non illudiamoci, la Serie A è un'impresa difficile anche solo da immaginare e da pronunciare, e per quanto, se dovesse essere promozione, questi ragazzi entreranno per sempre nella leggenda del Brescia, non saranno in molti di loro ad avere un posto nel massimo campionato. Ora però la Leonessa ha modo di poter vivere la parte extra della stagione nel modo più tranquillo possibile, senza pressioni, sapendo che tutto ciò che arriverà sarà in più. Come la partita di domani sera al Ceravolo, una festa stupenda tra due tifoserie che da anni sono gemellate e che anche quest'anno hanno dimostrato di essere unite. Se sarà derby con la Cremonese continuerà la festa e il sogno, se passerà la banda di Vivarini ci sarà comunque da applaudire una squadra che ha superato ogni aspettativa della viglia. La Leonessa d'altronde è abituata a ruggire, a difendere i suoi cuccioli nelle avversità, perché Brescia non è "la forte e la ferrea" senza motivo, come la decantava Giosué Carducci. Godiamocela fino in fondo, che possa essere per una, per tre o per cinque partite. La fede per il Brescia non si intacca nemmeno dopo le retrocessioni, dunque pensiamo in grande, perché questo è ciò che deve fare Brescia. Forza gnari!