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EDITORIALE 21 AGOSTO 2023 - IL SETTORE GIOVANILE DEL BRESCIA

 
 
Finchè c'era il miglior Gino Corioni, con l'inimitabile ed irraggiungibile Roberto Clerici (ci ha lasciati il 18 Gennaio 2018), ovvero negli anni di #Mazzone, #Baggio & C., fino al 2010, (anche se a causa di personaggi incapaci e squallidi, la discesa verso l'abisso era iniziata già qualche anno prima), il SETTORE GIOVANILE delle rondinelle era un fiore all'occhiello: ogni anno sfornava fior di giocatori, per tutte le categorie, con vette addirittura da #Nazionale.
Di certo erano in tanti quelli che facevano il loro esordio nelle varie nazionali giovanili.
Anche i risultati erano sempre di tutto rispetto, si passava da roboanti goleade alla Juventus con anche dei 7-0, a lezioni di calcio a Inter, Milan ed Atalanta con risultati sempre eccezionali, ricordo parecchi 5-0 , 4-0, 3-1 ed altre splendide vittorie in tutte le categorie a favore nostro.
 
Addirittura con le "piccole" squadre come Cremonese o Monza o Mantova erano sempre punteggi tennistici per le giovani rondinelle.
Oggi, a parte il fenomeno Tonali, ormai passato al libro dei ricordi, poco si vede all'orizzonte e le nostre formazioni sono spesso surclassate da quelle di altri Club anche meno prestigiosi, senza che si possa vedere qualche buon giocatore da serie A, a detta degli osservatori da me intervistati.
La rifondazione del #bresciacalcio deve ripartire dal settore giovanile.
 
Fin dai primi anni 2000, quando avevo un buon rapporto con la famiglia Corioni, soprattutto perchè loro non mi han mai dato un centesimo, ma ero io a metterci qualche soldo e soprattutto il mio tempo libero (cosa per me ben più preziosa in realtà della vil pecunia), ho provato a far capire loro l'importanza di un centro sportivo (arrivato solo con Massimo #Cellino) e di investire in osservatori, dirigenti, allenatori e giocatori per la "cantera".
Spesso mi ascoltavano, ma poi iniziarono ad affidarsi ai classici leccaculo, improvvisatisi professionisti del settore ed a trattare chi gli diceva la verità in faccia per il loro bene come faceva il peggior Pinocchio con il Grillo Parlante:
ciabattate invece che ascolto dei moniti...
Non me ne faccio nulla dell'aver ragione, non sono come quello che vedendo che un Tir non rispetta lo STOP gli va incontro per poi dire nell'altro mondo: "Avevo ragione io!".
No, qua bisogna far tesoro degli errori letali di chi ha sbagliato e ripartire con quel briciolo di stimolante invidia che si ha guardando ai cugini dell'Atalanta i quali con un bacino d'utenza inferiore e tante qualità peggiori a quelle dei bresciani,
sono stabilmente in Europa ed han la coda di ragazzi che vogliono andare a giocare per loro, spesso bresciani.
Già in passato parecchi sono passati dal Brescia e poi sono finiti da loro, uno per tutti Giorgio #Scalvini, giovane promessa del calcio mondiale, cresciuto nel settore giovanile grazie a Luigi Marini della Pro Palazzolo, società di mia proprietà fino al 2010.
Intanto mi giungono anche quest'anno voci da prestigiose società che fan fatica a completare le rose:
a #Bagnolo cercano giovani del 2010 per fare la rosa ed al quartiere #Leonessa cercano quelli del 2007, società storiche che vantano mediamente oltre 200 giovani tesserati all'anno!
Portate i vostri figli a giocare, la passione per il calcio non deve essere soffocata da chi il calcio lo usa per rubare o semplicemente per guadagnare soldi (come l'ex presidente Lyoness Masserdotti o il presidente Bambini a Montirone, con il suo fido scudiero Ds Battaglia, come denunciato nella mia trasmissione su Well Tv).
C''è anche chi "fa calcio" con competenza e sacrifici, sono i maramaldi che se ne devono andare dal calcio, non i nostri ragazzi, duri e puri e neppure allenatori e dirigente animati da passione ed amore.
Va bene recuperare le spese ed essere pagati il giusto, ma il calcio non deve essere solo un business a tutti i costi:
la passione è più importante, a me fa pena la gente che col calcio ci vive e molto bene, perchè spesso lo fanno a discapito della gioia di amare il calcio spassionatamente.

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